Le società matriarcali del passato e la nascita del patriarcato by Heide Goettner-Abendroth

autore:Heide Goettner-Abendroth [Goettner-Abendroth, Heide]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-08-01T07:30:28+00:00

Erano sempre in movimento: carri e tende

Il periodo freddo che aveva colpito la steppa intorno al 4200-4100 fu seguito da una fase più calda durante l’Età del rame. Questa epoca è stata testimone di una tra le invenzioni più importanti del tempo: la ruota e poi, di conseguenza, il carro. Non si è ancora scoperto dove furono costruiti i primi carri. Verso la metà del IV millennio questi mezzi apparvero all’improvviso sia tra i popoli della steppa che tra quelli neolitici d’Europa, in un’ampia gamma di culture dedite per tradizione alla lavorazione del legno. Le prove archeologiche abbondano a partire dal 3400 in avanti, sotto forma di incisioni rupestri di carri con ruote, modellini tridimensionali e anche di ruote e componenti in legno651. Esistevano veicoli monoassiali e biassiali che funzionavano con dischi di legno pieni652. In Europa, le zone umide degli insediamenti palafitticoli hanno giocato un ruolo fondamentale da un punto di vista archeologico perché le ruote e i carri sono stati ritrovati solo qui, conservati nella torba per migliaia di anni, e sono state rinvenute in buono stato perfino tavole interrate per il loro transito653. È probabile che questi mezzi di trasporto siano derivati dalle ben più antiche slitte trainate da buoi, che in estate venivano spostate su rulli. Nelle steppe sono stati portati alla luce gli spettacolari reperti delle “tombe con carro” dove, tra gli scheletri riposti nei kurgan, sono emersi numerosi frammenti di carriole e carri. I più antichi risalgono al 3000, e anche questi veicoli si muovevano su ruote piene654.

La velocità con la quale si diffuse questa nuova forma di trasporto indica gli intensi contatti esistenti tra est e ovest nell’Età del rame. L’uso dei carri nell’Europa neolitica era comunque del tutto diverso da quello delle steppe. Nelle società agricole europee, carri e carriole servivano per trasportare merci pesanti come grano, mangime per animali e legna da ardere, oltre a pietre per costruire case e strutture sepolcrali. Sebbene i carri fossero lenti e le squadre di buoi poco agili, era possibile con sole poche persone fare ciò che prima necessitava di un’intera comunità. Questo vuol dire che l’uso era pacifico e che il loro raggio di diffusione rimaneva comunque circoscritto, anche per via di un paesaggio montano chiuso, tipico di alcune zone europee, non idoneo come pista per mezzi di trasporto veloci.

Il territorio aperto della steppa risultava invece ideale. All’inizio anche le popolazioni dei pastori guerrieri usarono i carri per trasportare carichi, potendo così spostarsi con provviste, scorte d’acqua e tende quando migravano con le mandrie. Allontanandosi dagli stanziamenti per mesi e addentrandosi sempre più in aree della steppa mai sfruttate prima, riuscirono a estendere considerevolmente il loro raggio d’azione655. Il risultato fu un’enorme espansione dei territori adibiti al pascolo con un conseguente aumento del numero dei capi di bestiame. Così gli uomini presero a condurre una vita seminomade, lasciando le donne e i bambini negli insediamenti a occuparsi della faticosa e poco redditizia coltivazione dei cereali656.

L’appropriazione di terre della steppa segna l’affermarsi della civiltà Jamna, che in realtà raggruppa diverse culture dal Volga al Mar Nero (prima Jamna 3400-3200).

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